Villa Almerico Capra, meglio conosciuta come ‘La Rotonda’ è una costruzione a pianta centrale, commissionata nel 1566 ad Andrea Palladio dall’ecclesiastico vicentino Paolo Almerico. È ispirata al Pantheon di Roma e rappresenta un unicum dell’architettura di ogni tempo poiché fonde, per la prima volta, un’impostazione a pianta centrale con un edificio abitativo.
Il Palladio progetta una residenza suburbana con funzioni di rappresentanza, ma anche di rifugio per la meditazione e lo studio.
La villa Rotonda di Andrea Palladio, iniziata nel 1566, consiste in un edificio quadrato, simmetrico e completamente inscrivibile in un cerchio perfetto. La pianta della struttura rappresenta l’intersezione di un quadrato con una croce greca.
Per la regolarità, la pulizia e l’eleganza delle sue linee, il progetto riflette gli ideali umanistici dell’architettura del Rinascimento.
Le quattro facciate di villa Almerico Capra, che si ripetono identiche in ogni lato, presentano un avancorpo con una loggia che si può raggiungere salendo una gradinata, ciascuno dei quattro ingressi conduce alla sala centrale, che è sormontata da una cupola. Ognuna delle quattro logge presenta un pronao con il frontone ornato da statue di divinità dell’antichità classica. Ciascun frontone è sorretto da sei colonne ioniche.
La Villa è orientata con gli angoli verso i quattro punti cardinali.
Ne il Palladio ne Paolo Americo videro il completamento dell’edificio: l’architetto morì del 1580 e fu sostituito da Vincenzo Scamozzi, che concluse i lavori del 1585 limitatamente al corpo principale, con la costruzione della cupola, sormontata dalla lanterna.
Alla morte di Almerico, avvenuta nel 1589, la villa vicentina finì in eredità al figlio Virginio Bartolomeo il quale fu costretto a venderla nel 1591 ai fratelli Odorico e Mario Capra. Furono loro a portare a termine il cantiere nel 1620, con la decorazione interna ad affresco.
Lo Scamozzi aggiunse gli annessi rustici esterni (la barchessa) per le funzioni agricole, mentre tra il 1645 e il 1663 fu costruita la cappella gentilizia, ad opera di Girolamo Albanese.
Il luogo più notevole dello spazio interno della villa Rotonda di Andrea Palladio è la sala centrale circolare, dotata di balconate. Il soffitto semisferico è decorato da affreschi di Alessandro Maganza, con allegorie legate alla vita religiosa e alle virtù ad essa collegate (Fede, Fama, Eternità, Temperanza…). Il soffitto fu diviso dal Maganza in otto spicchi, divisi a loro volta in due registri: nella fascia inferiore vi sono rappresentati i quattro continenti, nella fascia superiore le Virtù.
Alle pareti vi sono finte colonne dipinte in trompe-l’oeil e gigantesche figure di dei della mitologia greca, opera successiva di Louis Dorigny.
I quattro anditi d’ingresso presentano affreschi dello stesso Dorigny ed elaborati sovrapporta barocchi in stucco impreziosiscono la scena.
La Villa Almerico Capra di Vicenza, costruita per dialogare con le asimmetrie del paesaggio, è stata modello di ispirazione per numerosi edifici. Numerose costruzioni in tutto il mondo si ispirano alla sua estetica: la Casa Bianca a Washington, Villa Pisani a Lonigo di Vicenza, la Chiswik house di Londra e molti altri.
Dal 1911/1912 la Rotonda appartiene alla famiglia Valmarana ed è inserita, dal 1994, nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Il complesso è visitabile in alcune parti dell’anno
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