Commissionata dal Comune di Vicenza nel 1260, fu eretta per ospitare una delle spine della Corona di Cristo donata dal Re Luigi IX di Francia al vescovo Bartolomeo di Breganze. Al fine di rinnovare politicamente e religiosamente la città e di contrastare le dilaganti eresie, il vescovo affidò la chiesa appena costruita ai frati Domenicani.
La fondazione del nuovo edificio, iniziata nel 1261, terminò in meno di un decennio. Nel 1303 la chiesa divenne sede dell’Ufficio dell’Inquisizione, dopo che lo stesso era stato affidato ai Domenicani da Papa Bonifacio VIII.
Nel corso del XV secolo furono costruite numerose cappelle laterali e tra il 1481 ed il 1489 Lorenzo da Bologna vi costruì l’abside, la cripta e il transetto. La chiesa venne decorata finemente e le cappelle dedicate alle nobili famiglie dell’epoca che con le loro donazioni conferivano al luogo maggior prestigio.
Il reliquario venne trasferito nel 1520 all’interno di una loggia ceduta dalla famiglia Valmarana, che nel 1481 si aggiudicò la cripta.
La cappella del Rosario venne edificata tra il 1613 ed il 1642 per ricordare la vittoriosa battaglia di Lepanto contro i turchi, mentre nel 1477 i Domenicani iniziarono la costruzione dei dormitori e dei tre lati del chiostro maggiore, a dimostrazione del prestigio raggiunto.
L’edificio venne colpito dai bombardamenti durante la notte del 14 maggio 1944: vennero danneggiati il chiostro e la biblioteca che esso custodiva.
Dal 1991 la chiesa ospita il Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza (ulteriori informazioni qui)
La facciata a capanna è suddivisa in lesene nel settore centrale, si innalza verso l’alto grazie a cinque pinnacoli reggenti croci metalliche e ospita un grande rosone affiancato da due oculi, monofore e bifore. La pianta è a croce latina, suddivisa in tre navate che culminano in ampie absidi
OPERE DEGNE DI NOTA
Sulla controfacciata vi è un affresco del primo ‘500 raffigurante la Madonna della Misericordia (attribuito a Marcello Foligno ma più probabilmente opera di Alessandro Verla) mentre due grandi tele campeggiano sulla parte alta: risalgono alla metà del ‘700 e raffigurano la Madonna che protegge gli affiliati alla Confraternita dei Turchini e l’Uccisione di San Pietro Martire.
Ai lati dell’altare della cappella di destra, intitolata a San Domenico dalla famiglia Sarego, troviamo una tela attribuita a Giovanni Bellini che raffigura Giovanni da Schio. Alle pareti spiccano quattro tele di Costantino Pasqualotto, con i miracoli di San Domenico.
Nella cappella di San Giuseppe si trova l’Adorazione dei Magi di Paolo Veronese, opera di eccezionale bellezza che sarà di ispirazione e influenzerà l’arte di Francesco Maffei, pittore molto attivo tra Vicenza e Padova nella seconda metà del 1600.
CAPPELLA DELLA VERGINE DEL ROSARIO
Terminata nel 1619, fu edificata per volere della confraternita del Rosario (che qui aveva la sua sede) e decorata con un maestoso altare abbellito da numerose statue e da un ciclo pittorico raffigurante i Misteri del Rosario.
Ai lati della cappella stanno quattro grandi statue opera della bottega di Giambattista Albanese mentre a vigilare sull’intera costruzione sta una decoratissima volta, affrescata da Alessandro Maganza.
Nella Cappella Thiene si trovano i sarcofagi di Giovanni e Marco Thiene che rappresentano due tra le opere più significative della scultura veneta tra la fine del ‘300 e i primi anni del ‘400. La cappella fu ristrutturata agli inizi del ‘700 da Francesco Muttoni per sopperire al suo cattivo stato di conservazione: egli la modificò seguendo il gusto rococò in voga all’epoca.
CAPPELLA MAGGIORE E PRESBITERIO
Tra il 1478 ed il 1504 furono edificati su progetto dell’architetto Lorenzo da Bologna il presbiterio e l’abside della cappella maggiore, concessa in patronato alla famiglia Sesso.
Addossato alla parete sinistra vi è un organo costruito tra il 1854 ed il 1856 da Giovanni Battista de Lorenzi e realizzato con il sistema di trasmissione tasto-canna fono cromico.
L’altare è opera della bottega dei Corbarelli: risalente al 1667-1669 venne decorato finemente con intarsi, colonnine, cherubini e ‘dipinti’ realizzati tramite innesti e intarsi di pietre policrome. Sui pilastri dell’arco d’ingresso sono poste due tavole raffiguranti San Sebastiano e San Martino, realizzate da Battista da Vicenza e adornate da cornici neogotiche dorate.
La cappella Valmarana è attribuita all’architetto Andrea Palladio che la progettò nel 1576 dopo la morte di Antonio Valmarana (la cappella rivela strette affinità con la chiesa del Redentore di Venezia). Nella pala d’altare è raffigurata l’Apparizione della Madonna a Giacinto, a cui Santo Valmarana volle dedicare la cappella.
All’interno della cappella Garzadori, sopra l’altare, è conservato il capolavoro di Giovanni Bellini raffigurante il Battesimo di Cristo, che venne realizzato tra il 1500 ed il 1502.
La pala rappresentante Santa Maria Maddalena con i Santi Girolamo e Paola, alla sua destra Sant’Agostino e santa Monica alla sua sinistra, è custodita presso l’altare Pagello e risale agli inizi del ‘500. Nel 1529 Luigi da Porto, il letterato vicentino che ispirò la tragedia scespiriana di Romeo e Giulietta, dispose di essere sepolto davanti a questo altare.