Collocato nella parte centro-meridionale rispetto allo splendido territorio della provincia di Vicenza, Montecchio Maggiore (il cui nome deriva da ‘monticulus’, letteralmente monticello o piccolo monte) è custode odierno della secolare tradizione locale e, più anticamente, della millenaria storia della popolazione veneta.
Tracce dell’uomo moderno risalgono qui al periodo dell’Olocene, l’epoca geologica più recente, iniziata convenzionalmente 11.700 anni fa.
Fu però all’alba del quindicesimo secolo che si ebbe un incremento sostanziale della popolazione, che portò Montecchio a costituire un insediamento più intenso all’interno dei confini del territorio. E’ proprio alla fine del Basso Medioevo che la località diventa protagonista all’interno di un intreccio di eventi che porterà alla nascita della vera storia degli eterni innamorati, Giulietta e Romeo.
Sebbene oggi sia Verona la culla della storia e dei luoghi relativi agli innamorati per eccellenza, la funzione dei due castelli (noti appunto come castelli di Giulietta e Romeo) che sovrastano la cittadina, ebbe un ruolo di prim’ordine nell’ideazione, nell’ambientazione e nella stesura della citata novella.
I castelli hanno infatti ispirato il letterato vicentino Luigi da Porto, autore della novella ”Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti”: egli la scrisse guardando le fortificazioni dalla finestra della sua dimora di Montorso Vicentino, immaginando il lento scorrere del tempo bruciato dall’amore proibito all’interno di uno scorcio di vita medievale. Alla novella del da Porto si ispirò poi Shakaspere, autore della notissima tragedia.
Il castello della Bellaguardia (o castello di Giulietta) sorge ad una quota di 254 metri e dista circa 300 metri dal castello della Villa (o castello di Romeo).
Il castello della Villa (o di Romeo) è costituito da un recinto di pianta trapezoidale, edificato intorno alla metà del XIV secolo dagli Scaligeri inglobando, come nel castello di Giulietta, una torre di epoca precedente, che fungeva da mastio.
Entrambi i castelli furono rasi quasi completamente al suolo all’inizio del ‘500 dalla Repubblica di Venezia a seguito degli avvenimenti legati alla guerra della Lega di Cambrai, temendo potessero cadere in mano nemica.
Presso i Castelli di Giulietta e Romeo di Montecchio Maggiore, il primo maggio di ogni anno, prende vita un vero e proprio borgo quattrocentesco, animato da un grande mercato tipico, dal quartiere degli armigeri, da spettacoli, intrattenimenti e personaggi appartenuti all’epoca medievale.
Chiesa di Santa Maria e San Vitale
Il cosiddetto Duomo di Montecchio Maggiore fu costruito a partire dal settimo decennio del XIX secolo per volere dell’arciprete Antonio Simionati. Si tratta di un edificio in stile Neogotico, edificato per accogliere i fedeli che trovavano poco spazio nella precedente pieve risalente all’anno 1000 e fonte di ispirazione per gran parte delle chiese delle valli del Chiampo e dell’Agno limitrofe.
Di chiarissimo stampo palladiano, la villa fu eretta per volere del giureconsulto veneziano Carlo Cordellina Molin e fu progettata dall’architetto veneziano Giorgio Massari. I lavori di costruzione durarono dal 1735 al 1742 (le barchesse furono portate a termine verso il 1760) e furono affiancati dalla collaborazione dell’architetto Francesco Muttoni.
Il nucleo antico della ‘Gualda’ fu eretto agli inizi del ‘500 da Stefano Gualdo, coadiuvato dall’architetto Michele Sanmicheli. Nel 1532 fu ospite del complesso l’Imperatore Carlo V.
Il complesso delle cave sotterranee sorge poco sotto il Castello di Bellaguardia (o di Giulietta) ed è da porre in relazione con la costruzione delle fortificazioni.
Il territorio di Montecchio ben si presta alle numerose attività immerse nella natura quali passeggiate, escursioni, pic-nic, lunghi cammini.
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